Intervista a Celenia Ciampa, Autrice de "Il Figlio dell'Orco e la Strega"

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Angela1993
view post Posted on 1/7/2010, 19:43




Intervista a Celenia Ciampa

Autrice de "Il Figlio dell'Orco e la Strega"

(I Fiori di Campo)



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Ciao Celenia! Tanto per cominciare perché non ci parli un po’ di te? Chi è Celenia Ciampa?

Ciao! Grazie mille per l’opportunità di questa intervista, la trovo un’idea molto carina e divertente. Allora… chi sono io? Domanda particolarmente difficile. Inizio dalla presentazione canonica: ho 25 anni (quasi 26), mi sono laureata lo scorso anno in Scienze della Formazione Primaria, e quest’anno ho lavorato per la prima volta come insegnante nella scuola primaria. Quindi, sono una maestra, fin dentro al DNA, discendendo da una famiglia di insegnanti. Poi… chi sono io? Prendendo in prestito Pirandello, mi sento una, nessuna e centomila.

Hai degli hobby particolari?

Per hobby si intendono solitamente attività pratiche, ed in questo sono negata: non sono per niente precisa e mi spazientisco subito. A volte ho creato segnalibri per le amiche, ma niente di più! Se invece parliamo di passatempi, mi piace più di ogni altra cosa leggere, seguito da guardare film, passeggiare col cane, fare fotografie (in modo amatoriale).

Visto che siamo tra lettori… quali sono i tuoi libri preferiti in assoluto?

Dipende senza dubbio dal momento, perché cambio gusti abbastanza spesso. Il mio genere preferito però resta sempre la letteratura per l’infanzia. I miei libri preferiti (sui quali ho scritto la tesi di laurea) sono la saga di Lemony Snicket “Una serie di sfortunati eventi”. Sulla motivazione, ho scritto appunto nella tesi circa 250 pagine! Credo di trovare molto di me in quei libri: parlano di tre sfortunati orfani che devono riuscire a cavarsela sa soli in un mondo che decisamente non è a misura di bambino. Quanto questa situazione rispecchia la nostra realtà! Oltre questi, posso dire di aver amato particolarmente “Il fantasma di Canterville” di Oscar Wilde, gli “I love shopping” di Sophie Kinsella, “Lasciami entrare” di John Ajvide Lindqvist, “Peter Pan” di James Barrie… e molti altri.

E per quanto riguarda i film?

I film che ho maggiormente amato nella vita sono i classici Disney, in particolare “La bella e la bestia”, che per me è stato un vero e proprio vademecum nella vita. So che sono incredibilmente commerciali, ma sono legata a quelle storie da un affetto saldo e infantile (nel senso buono del termine). Ultimamente, per seguire le inclinazioni del fidanzato-quasi-marito, prediligo i film horror. Film preferiti di tutti i tempi: “Moulin Rouge”, “Pretty Woman”, “Neverland”, “Peter Pan”(2004), “Mean Girls”. (Sì, a volte sono un pochino romantica).

Qual è il personaggio in cui ti rispecchi maggiormente? (libro o film)

Se devo rispondere la primissima cosa che mi viene in mente, dico Joey potter del telefilm “Dawson’s Creek”. Adesso in molti mi odieranno!

Tu sei l’autrice di un libro che si intitola Il Figlio dell’Orco e la Strega. Come lo descriveresti a qualcuno che non ne ha mai sentito parlare? Senza fare spoiler, ovviamente.

“Il figlio dell’orco e della strega” è una fiaba: i personaggi sono quelli tipici del genere, mentre la narrazione si discosta dalla tradizione. L’argomento portante è la relatività del concetto di bellezza, ma non solo: si parla di comportamenti genitoriali, dell’accettazione o meno del diverso, dell’affettività, della fiducia nell’altro.
La trama: un orco ed una strega bruttissimi, ma buoni, decidono di avere un figlio. Lo attendono con ansia sperando che sia anche peggio di loro, in quanto vanno fieri della loro bruttezza. Che reazione potranno avere una volta scoperto che invece sarà un essere bellissimo?

Come è nata in te l’idea di questo libro?

Da quando ero piccola ho sempre amato inventare storie fantastiche, a volte semplicemente per divertirmi o tenermi compagnia. Infatti ho pensato a questa storia durante una vacanza al mare, in mancanza di qualcosa di interessante da fare nelle noiose ore più calde del giorno (avevo al tempo 14 anni). L’idea per questo libro è nata dall’osservazione di coloro che mi circondano: in questo caso, da una famiglia che conoscevo. I genitori erano molto brutti, la mamma aveva l’aspetto di una ossuta strega, il papà di un robusto orco. Persone comunque gentilissime. La mia curiosità venne attirata dal fatto che loro figlio fosse inspiegabilmente molto bello.
Più in generale, invece, come è nata in te la passione per la scrittura?
Posso dire che sia nata insieme a me. Quando ero molto piccola e non sapevo ancora né leggere né scrivere, raccontavo le storie inventate a mia nonna, e talvolta gliele dettavo. Quando rileggeva, guai se aveva cambiato o saltato una sola parola! Inoltre, immaginavo che la mia vita in realtà non fosse altro che il racconto di un libro. Un grande libro intitolato “Celenia” che una nonna sta leggendo alla nipotina, davanti al camino, in attesa che la mamma rientri da lavoro. Per mia fortuna, la mamma fino ad oggi non è ancora tornata!

Molte persone seguono determinati “riti” durante la scrittura. Tu hai qualche abitudine particolare? Preferisci scrivere in un certo momento della giornata, in un luogo preciso, magari con un sottofondo musicale…?

No, non ho nessun rito particolare, se non quello di distrarmi spesso. Ho sempre fatto così: di tanto in tanto devo pensare ad altro, lasciar andare la mente, magari fare qualcosa di pratico. Chissà, forse ho la sindrome dell’iperattività, ma mi è fondamentale per scrivere o studiare. E funziona, perché i risultati sono sempre stati buoni.

Per quel che riguarda invece il lato tecnico? Scrivi di getto, oppure fai prima degli schemi… ?

Gli schemi li ho sempre odiati e mi sono sempre rifiutata di farli, anche a scuola. Improvviso tutto, davvero non riuscirei a premeditare. E’ raro addirittura che rilegga quello che ho scritto, almeno nell’immediato. A volte mi vengono delle idee quando sono per strada, ma non annoto niente. Se mi passano di mente, vuol dire che non erano destinate a diventare parola scritta.

Hai qualche “lettore di fiducia” oppure vuoi che i tuoi scritti restino totalmente segreti fino a lavoro ultimato? Oppure non ti poni il problema e lasci leggere chiunque?

Lascio leggere chiunque, principalmente perché ho poca fiducia in me stessa e necessito continuamente di conferme dall’esterno. Così per tanti altri aspetti della vita quotidiana. Almeno una singola conferma mi ci vuole. Naturalmente ho anche dei lettori appassionati: può suonare banale, ma il primo di tutti è il mio fidanzato-presto-marito.

Possiamo dire che Il Figlio dell’Orco e la Strega fa parte di quei libri che costituiscono la “letteratura per l’infanzia”. Ma secondo te tali libri potrebbero offrire qualcosa anche agli adulti?

Philip Pullman ha detto che ogni libro per bambini che sia davvero degno di tale nome, è apprezzabilissimo anche dagli adulti. Mi trovo in totale accordo con lui. Forse sono di parte, in quanto la letteratura per l’infanzia è il mio genere preferito, ma quando leggo un buon libro per ragazzi non penso mai che sia infantile, o povero di messaggi, anzi. Quando si è capaci di parlare con un bambino, interessandolo e comprendendolo allo stesso tempo, si ha moltissimo da comunicare ad un adulto.

E tu, con il tuo libro, cosa vorresti riuscire ad offrire? E c’è qualche messaggio che vorresti comunicare?

A questa domanda non posso rispondere! Preferisco non “spiegare” mai quello che scrivo, così che ognuno possa rispecchiarvisi come meglio crede, e trarne il proprio messaggio. Proust ha detto che chi legge un libro legge se stesso. Posso augurarmi che chi si trova fra le mani la mia fiaba, possa prenderne quello di cui ha bisogno.

Ti definiresti un po’ “Peter Pan”?

Da piccola ho aspettato spesso Peter Pan davanti alla terrazza, gli lasciavo delle lettere, sognavo l’Isola che non c’è. Mi definisco soprattutto un po’ Wendy. Lo aspetto ancora.

Passiamo al tuo primo “viaggio editoriale”. Qual è stata la tua esperienza con la casa editrice e come ne sei entrata a conoscenza?

Ne sono entrata a conoscenza grazie ad un’amica di mia sorella che aveva pubblicato un libro di fiabe con loro. Purtroppo nel frattempo ha chiuso, infatti il mio libro non è in commercio attualmente, anche se sto contattando molte case editrice scoperte tramite internet per cercare di ri-pubblicarlo, in quanto lo uso molto nel lavoro a scuola. Le ultime copie sono rimaste a me (ne ho ancora diverse…) e le scambio di volta in volta su anobii.

Attualmente nel tuo gruppo di Anobii, Il Giardino Segreto, stai pubblicando una storia a puntate nata un po’ come un gioco: Le Cronache del Giardino Segreto. Ci parli
un po’ di questo curioso progetto e della tua esperienza con esso?


E’ nato esattamente per gioco, proposto da una delle utenti del mio gruppo, che io chiamo Giardinieri. L’idea è nata dal fatto che io, da anni, soffro del blocco dello scrittore. Ho trascorso l’adolescenza a scrivere davvero tanto (quante lettere alle amiche!) e adesso, forse dopo essermi aperta di più ed aver sconfitto un po’ di timidezza, per me scrivere è diventato un sacrificio enorme che comporta notevole sforzo. Spesso non ci sono proprio riuscita. Le idee non mancano, ma è come se tirarle fuori e metterle sul foglio fosse doloroso. Con la Cronache abbiamo insieme cercato di superare questo, divertendoci: chi ha voluto partecipare, in totale 19 giardinieri, mi ha mandato tramite messaggio privato la descrizione di un personaggio che li rispecchiasse. Io ho fatto taglia e cuci con le storie di ognuno, così ce stiamo tessendo la storia di Virginia, bambina alla ricerca delle lettere dell’alfabeto, perdute in una notte di tempesta… Mi sto divertendo moltissimo! Io stessa scopro di volta in volta ogni nuovo episodio…

Hai qualche altro progetto futuro nell’ambito della scrittura?

Per ora sono in attesa della risposta di qualche casa editrice. Progetti precisi non ne ho… se non quello di realizzare il mio sogno di fare la scrittrice!

Che consiglio daresti agli aspiranti scrittori che potrebbero leggere quest’intervista?

Domanda difficilissima. Il mondo dell’editoria è complicatissimo, emergere quasi impossibile. Purtroppo sono ancora alla ricerca di consigli anche io! Posso dire con certezza solo una cosa: case editrici (magari mediocri) vi chiederanno cifre astronomiche. Non accettate, non ne varrebbe proprio la pena. Quelle serie chiederanno contributi, ma decisamente accettabili.

Se dovessi lasciarci con una citazione quale sceglieresti?

Senza dubbio citerei il mio autore preferito, Lemony Snicket:
<<si potrebbe dire, in effetti, che nessuna storia ha davvero un inizio e nessuna storia ha davvero una fine, poiché tutte le storie del mondo sono mischiate insieme come gli oggetti dell’arboreto, con i loro dettagli e segreti ammucchiati uno sull’altro; così che l’intera storia, dall’inizio alla fine, dipende dai punti di vista.>> “La fine”, pag. 241

L’intervista è finita. Grazie mille per la tua disponibilità e in bocca al lupo per tutto!

Grazie a voi, è stato un vero piacere

-cele-

 
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Mariodm93
view post Posted on 1/7/2010, 22:28




Che bella intervista!!! Davvero interessante!!
Complimenti all'autrice e, naturalmente, all'intervistatrice!! ;) :lol: :lol:
 
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mpblack
view post Posted on 1/7/2010, 22:33




Bella, bellissima intervista! Complimenti all'autrice! Adoro le fiabe! :P :P :P
 
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Vocedelsilenzio
view post Posted on 2/7/2010, 08:31




Cele mi stava già simpatica su aNobii, ora ancora di più. Tra l'altro mi ritrovo davvero molto in quello che dice. Complimenti a Cele e a Angela, davvero brave!
 
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Angela1993
view post Posted on 3/7/2010, 11:33




Grazie! Sono contenta che vi sia piaciuta! :D :)
 
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view post Posted on 31/5/2016, 09:12
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Nano

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