Intervista a PIERDOMENICO BACCALARIO, Scrittore di narrativa per ragazzi, autore della serie di Ulysses Moore e non solo!

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Mariodm93
view post Posted on 3/8/2009, 20:52




INTERVISTA ESCLUSIVA A
PIERDOMENICO BACCALARIO

Autore di romanzi per ragazzi.

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***

Salve! Benvenuto nel THE FANTASY WORLD!
In confidenza: le sue opere sono tra le migliori che ho letto… non voglio però tempestarla di domande (spero di no… almeno ci provo :P ). Dunque, cominciamo conoscendoci meglio: chi è Pierdomenico Baccalario? Dove vive e come trascorre la sua giornata tipo?


Cercando disperatamente di stare a casa, ma senza riuscirci. Faccio molti incontri con i ragazzi e ho un incarico di direttore responsabile per Atlantyca SPA, una società che si occupa di scoprire e promuovere nuovi romanzieri e creatori di mondi. Vivo un po’ a Verona, e un po’ ad Acqui Terme, dove sono nato.

Ha degli hobby particolari (oltre alla scrittura, ovviamente)?

Sono un grande viaggiatore, nel senso che amo viaggiare. Quindi pianifico in continuazione viaggi bizzarri. Il problema maggiore è trovare qualcuno che mi accompagni. Sto lavorando a una spedizione in jeep in Kamchacta (o come si può scrivere negli altri mille modi), a un viaggio in mongolfiera e a una piccola spedizione sud-americana. Non so esattamente quale partirà per primo. Se non viaggio, amo camminare e arrampicare in montagna.

Sappiamo che ha dato il via alla sua carriera di scrittore vincendo il Premio Il Battello a Vapore - Città di Verbania con La strada del guerriero. La vittoria è stato un evento inaspettato? Come ha reagito alla notizia?

Totalmente inaspettato. Anche per la giuria, che si aspettava un autore fatto e formato, di chissà quanti anni e chissà con quale curriculum alle spalle, e invece si è ritrovato un ragazzino di 22 anni, al suo primo romanzo. Mi vergognavo talmente di quella storia che l’avevo firmata con il nome del mio vicino di casa.

Come mai ha scelto di dedicarsi alla letteratura per ragazzi?

Non l’ho scelto. L’hanno scelto i ragazzi. E fatico a staccarmi da lì. Ormai li conosco, e loro conoscono me. E ogni 3, 4 anni, ce ne sono di nuovi. Non invecchiano: crescono. Non male, no?

C.S. Lewis affermava che “un libro non merita di essere letto a dieci anni se non merita di essere letto anche a cinquanta”. È d’accordo?

Totalmente, come sono d’accordo con praticamente ogni parola di quei quattro o cinque brontoloni che, con Lewis, si incontravano per le riunioni degli Inklings, solitamente proprio a casa di Lewis (che amava gettare la cenere sui tappeti). Tra i “brontoloni” che odiavano la civiltà attuale, c’era Tolkien, maestro di evasione, ma non di fuga.

Arriviamo alla domanda “personale” (no, non è un’abitudine del forum porre una domanda del genere, sono io che amo farmi gli affari degli altri… ehm…)
So che lei è un gran viaggiatore. Nel dettaglio, nella sua nota biografica si legge: C’è un luogo, in particolare. È un albero della Val di Susa, da cui si vede un paesaggio magnifico. Se, come me, adorate camminare, vi spiegherò come raggiungerlo. Purché rimanga un segreto.
I luoghi che hanno segnato la nostra infanzia – e non solo quella – sono sempre i più importanti. Quanto è stato – o è – importante quell’albero della Val di Susa, per lei?


Lo è molto. Non è un albero particolarmente bello. E mentre ti sto rispondendo sono proprio di partenza per la Val di Susa. E’ importante perché a quell’albero, per tutti i pomeriggio di Agosto, ci andavo a passeggio con mio nonno e mia nonna (a volte però lei non veniva), partendo da Oulx. Era il nostro momento magico, ma io ancora non lo sapevo. Partenza alle tre e mezza, sosta al bar del paese per comprare un jumbo-jet (era un gelato particolarissimo, con un cuore di mirtillo, crema e fragola), e poi su dai tornanti, fino alla strada sterrata che saliva al pino solitario. Una volta lì, ci si sedeva e si guardava la valle. Mio nonno non diceva una sola parola. E quelli sono stati i migliori racconti della mia vita. Il mio prossimo libro, Il Popolo di Tarkaan, è ambientato lì.

È stato molto apprezzato dai lettori – e dal sottoscritto – per la serie Ulysses Moore.
I protagonisti sono piuttosto diversi tra loro. Ha avuto dei “modelli reali” a cui si è ispirato per creare Jason, Julia e Rick?


Naturalmente sì. Io sono Jason. Julia è una ragazza chiamata Beatrice. E Rick è il mio amico Andrea. Loro però non lo sanno, quindi sperò che non leggano questa intervista.

A volte si scrive ciò che si vorrebbe leggere o ciò che si vorrebbe vedere realizzato davvero. Ha mai pensato di andare a vivere a Villa Argo?

Ci ho vissuto per diciannove anni. La “mia” Villa Argo è in Piemonte, ad Acqui Terme. E’ c’è anche la porta del tempo, esattamente dove l’ho descritta. La torretta, invece, non c’è. E manca anche il mare con la scogliera. Ma non la biblioteca di Ulysses Moore.

Ulysses Moore si differenzia sostanzialmente da un’altra sua saga non meno appassionante: Century. Tra le altre cose c’è un cambio di tecnica di scrittura: dal passato al presente.
Da cosa nasce questa scelta?


Oggi ti parlano tutti della fine del mondo nel 2012. Io l’ho fatto tre anni fa, sottotono, senza mai urlare che quella era la trama di fondo della serie. Century parla di oggi, e della fine del mondo, perché il mondo sta davvero finendo. Il mondo, dicono i quattro maestri dei ragazzi protagonisti, è essenzialmente conoscenza. E poichè nessuno lo conosce più, sta scomparendo dietro a migliaia di pagine di blog e di dilettanti che ripetono copiano e modificano false verità trasformandole in autentiche bugie.

Century raggruppa diverse realtà e diverse culture. Alla nostra si aggiungono quella orientale, quella francese e quella americana. Il suo intento era in qualche modo globalizzare le vicende di un’unica storia?

No. L’intento è dire che viviamo su un pianeta vivente. E che se continuiamo a infastidirlo prima o poi starnutirà, mandadoci tutti a rotolare per l’Universo, come granelli di polvere.

Se è difficile creare i protagonisti delle proprie storie, ancor più lo è strutturare e motivare le azioni degli antagonisti. In tal senso, ha delle tecniche particolari?

Parto da loro. Non ho mai chiari i protagonisti, quanto i cattivi. In Century, Heremit Devil è davvero un personaggio singolare: è malato della malattia dell’uomo ricco moderno, la pulizia e la disinfezione, il paura del contatto. Controlla il suo impero senza muoversi dal palazzo in cui è nato e cresciuto: da un micro-mondo gestisce una macro-mondo. E ha perduto un... (ops, questo non lo posso dire, altrimenti rovino il colpo di scena dell’ultimo libro). Diciamo che ha avuto una grande perdita, che l’ha ridotto a essere un eterno bambino, che non diventerà mai adulto e, quindi, mai anziano (poiché non può essere saggio).

È difficile mantenere alta l’attenzione del lettore, specialmente se un romanzo è lungo. Il problema si pone in maniera ancor più insistente se il pubblico è giovane.
Ebbene, lei ci riesce sempre. Qual è il suo segreto?


I miei personaggi pensano attraverso le loro azioni. E si muovono molto.

Un’esperienza molto diversa è quella di Sanctuary, edito da Asengard Edizioni. Il suo racconto, La casa dei millepiedi, tocca sfumature ben diverse dalla narrativa per ragazzi.
Può parlarcene? Come è nato? C’è qualcuno o qualcosa che l’ha ispirata?


I ragazzi di Asengard sono leggendari. Hanno coraggio, capacità e voglia. Per loro ho scritto un racconto molto contorto (che infatti molti lettori non hanno capito) che parla di quanto siamo millepiedi inscatolati da pareti di vetro, che nemmeno ci accorgiamo di possedere.

Come è stato lavorare per un’antologia, insieme ad altri autori?

Molto divertente. Spero che sia un’operazione che si ripeterà. Magari con un’antologia “nera”.

Ha mai sentito il bisogno di confrontarsi con altri scrittori nel suo genere?

Lo faccio sovente, durante gli incontri o i festival. Se per confronto intendi scambi di vedute, ti posso dire che ne ho avute molte e molto interessanti. Mi rimproverano di scrivere molto, troppo. Io rimprovero loro di scrivere poco.

Altre due serie molto simpatiche (ormai non tengo più il conto! ), tra l’altro recenti, sono Will Moogley – Agenzia Fantasmi e I gialli di Vicolo Voltaire.
La prima l’ho trovata particolarmente divertente, sia per i personaggi che per le vicende narrate. Cosa può dirci a proposito di entrambe?


Sono due operazioni di sfogo. Un paio di anni fa investii molte energie per creare una serie chiamata Candy Circle, piena di idee e di ragazzini svegli. Andò piuttosto male. Ma molti dei personaggi e delle situazioni di quella serie erano ancora troppo ricchi di spunti per essere dimenticati. E quindi ecco queste due serie: la prima prende in giro il mondo del gossip e mediatico imperante, trasformando i vip in fantasmi che cercano un lavoro per il dopo-trapasso, affidandosi alle cure di una scalcagnata agenzia gestita da due ragazzini particolarmente involuti. La seconda serie è nata dopo che, alla veneranda età di 33 anni, ho partecipato alla mia prima vera riunione condominiale: e, insieme al fidatissimo amico Alessandro Gatti, abbiamo trasformato il solito condominio di seccatori attenti ai minimi particolari dei vicini di casa, in un condominio di appassionati lettori di gialli, tutti con la loro personalità, che, di gran segreto dalle rispettive famiglie, si riuniscono per indagare, da dilettanti, sui più eclatanti casi di cronaca nera di Parigi.

A suo parere, esiste il “libro perfetto”? Quello che piace a tutti?

Per fortuna no. Devo ancora scriverlo :-)

E allora… cosa deve presentare un libro per essere apprezzato dal pubblico?

La verità. Ovvero la visione dell’autore del mondo. La mia è quella dei miei romanzi. C’è coraggio, forse un po’ di avventatezza, voglia di esplorare, di cambiare le cose, di ridere, di non prendersi mai sul serio (soprattutto gli autori).

Qual è il suo romanzo preferito?

Domanda difficile. Cambia quanto cambio io. Posso dirti di essere affezionato al Signore degli Anelli, a Micheal delle Isole di Jack London, ai Figli del Capitano Grant di Verne, e ad Abbiamo sempre vissuto nel castello della Jackson.

E quello che non ha ancora digerito del tutto?

L’Ulysses di Joyce, tanto che l’ho scagliato sul muro esclamando mai più! (No More!) ed è nato Ulysses Moore.

Molti romanzi per ragazzi sono di provenienza straniera. Potremmo citare successi come Piccoli Brividi o lo stesso Harry Potter… e molto spesso il pubblico tende a preferire la produzione estera a quella nostrana. Qual è la sua posizione in tal senso?

Gli autori italiani spesso amano essere locali e italiani. E’ una grande ricchezza, ma spesso un limite, perché non tutti sono così felici di sapere che cosa è successo nell’Estate del 1957 a Poggibonsi, mentre sarebbero disposti a seguire l’Estate di Tre Ragazzi, tra le colline della Toscana, se venisse raccontata con il respiro e la leggerezza (non necessariamente superficialità) che certa letteratura americana ha.

Ci descrive la sua atmosfera ideale per la scrittura?

Nessun telefono. Fresca. Può anche piovere fuori, ma ci deve essere il sole, anche timido, quando esco fuori con i cani a staccare un po’ la testa.

Nel corso della stesura di un testo, accetta suggerimenti da qualcuno? Ha dei “lettori di fiducia”?

No. La storia nasce come un blocco e, come un blocco, arriva fino alla fine. Anche quando è scritta o pensata a quattro mani, come quello che considero il mio libro più bello, il Principe della Città di Sabbia.

In una parola, cos’è per lei la Scrittura?

Vivere e viaggiare, quando non si ha tempo per la prima, e soldi per la seconda.

Ha dei consigli da dare agli aspiranti scrittori che stanno leggendo questa intervista?

Espirino, prima di aspirare. In Italia ci sono più scrittori che lettori.

Sappiamo che in autunno uscirà un suo nuovo romanzo: Il popolo di Tarkaan. Ho già letto qualcosa della trama e la storia comincia interessarmi. Può svelarci in esclusiva delle news?

E’ nata da un racconto, e si è poi sviluppata. L’idea di base è questa: ma perché i ragazzini svegli devono sempre trovare il modo di entrare nel mondo fantastico in cui vivranno una fantastica avventura. E se fossero quelli del mondo fantastico, e per giunta per niente svegli, a venire dal nostro lato. E per giunta, scambiati per animatori da una capo-scout particolarmente imbranata, si trovassero a dover gestire una ventina di bambini urlanti? Cosa succederebbe, subito dopo? E’ una grande presa in gira del fantasy, ma non una parodia, come Blart, che detesto (la parodia, non Blart).

Grazie per averci concesso quest’intervista! A presto!

Pensavo non finisse mai! Ce l’ho fatta! A presto!

pd
 
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glorfindel94
view post Posted on 3/8/2009, 22:02




Grazie per l'ottima intervista, sia a Mario che a Pierdomenico Baccalario :) ;)
 
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Mariodm93
view post Posted on 3/8/2009, 22:10




:) E' un autore che stimo particolarmente :lol:
 
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niji707
view post Posted on 3/8/2009, 22:11




ma...ma..ma... quest'uomo è un genio! l'intervista è bellissima....le trame mi fanno impazzire!! dopo averle lette, le ho ripetute ad alta voce a Sandro perché sono geniali!
Come se le è inventate??XD
Devo leggere qualcosa di suo... siccome in futuro avrò a che fare con riunioni condominiali, trovo particolarmente attraente quella del condomio di giallofili!

Grandissimo Mario, splendida intervista!
 
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Mariodm93
view post Posted on 3/8/2009, 22:27




CITAZIONE
ma...ma..ma... quest'uomo è un genio! l'intervista è bellissima....le trame mi fanno impazzire!! dopo averle lette, le ho ripetute ad alta voce a Sandro perché sono geniali!
Come se le è inventate??XD
Devo leggere qualcosa di suo... siccome in futuro avrò a che fare con riunioni condominiali, trovo particolarmente attraente quella del condomio di giallofili!

Grandissimo Mario, splendida intervista!

^_^ ^_^ ^_^
 
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Vocedelsilenzio
view post Posted on 4/8/2009, 10:10




Anch'io l'ho trovata bellissima, e adesso sento la necessità di correre in libreria... mannaggia!
 
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Iaco93
view post Posted on 4/8/2009, 10:12




Pierdomenico Baccalario deve essere una persona carismatica e molto simpatica. Deve essere un tipo a cui piace pensare molto. Mi piacerebbe conoscerlo. ^^

Ah si...Complimeti MArrrio.
 
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Angela1993
view post Posted on 5/8/2009, 13:06




Una delle migliori interviste del Fantasy World! :lol: :lol:
Grazie 1000 a Pierdomenico Baccalario (grande!!!!) e al nostro abile intervistatore! ;)
 
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mpblack
view post Posted on 5/8/2009, 16:59




Concordo con Angela, sono senza parole!


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Mariodm93
view post Posted on 5/8/2009, 17:02




:P :P Grazie a entrambe! :lol:
 
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view post Posted on 31/5/2016, 08:28
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