Intervista ad AISLINN, Autrice de "Il portatore di Tenebra", Edigiò edizioni

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Mariodm93
view post Posted on 26/2/2009, 12:57




Intervista ad AISLINN
Autrice de Il Portatore di Tenebra - La Guerra della Falce. Episodio primo: la luce dal cielo e Il Portatore di Tenebra - La Guerra della Falce. Episodio secondo: Le nubi si addensano, Edigiò edizioni.


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Ci parli un po’ di lei. Chi si nasconde dietro Aislinn?
Aislinn è… Aislinn. Sì, si tratta di uno pseudonimo, ma è un nome che ho scelto perché mi rappresenta profondamente: in gaelico significa “sogno, visione”, e credo quindi riassuma perfettamente la passione per la scrittura e la “magia” che permette di immaginare mondi alternativi, per poi raccontarli e condurvi altre persone. In questo senso, l’atto di dare un nome a me stessa come scrittrice diventa un gesto simbolico. Io sono Aislinn; la mia natura è questa. Il fatto che all’anagrafe il mio nome sia diverso è solo un dettaglio.

Quando ha sentito il bisogno di cominciare a scrivere?
Quasi nemmeno lo ricordo! Rammento poesiole e raccontini scritti ai tempi delle elementari, come ad esempio una fiaba composta per tentare di “dimostrare” l’esistenza di Babbo Natale… I libri sono sempre stati il mio amore, e desiderare di scrivere a mia volta è stata una conseguenza naturale della passione per la lettura e dell’ammirazione nei confronti degli scrittori che mi conquistavano. E poi… Montaigne diceva “scrivere non provoca tormento, ma nasce dal tormento”. Ed è verissimo, secondo me. Non passa giorno senza che io immagini e scriva: è una vera catarsi.


Come è nata in lei la passione per il genere fantasy?
È una passione nata… a singhiozzo; da piccola, direi durante le elementari, ho scoperto il genere grazie ad autori come Michael Ende (e La Storia Infinita è ancora oggi uno dei miei libri preferiti). Sempre più però le mie letture sono diventate varie e diverse (come penso traspaia percorrendo i miei “scaffali virtuali” su aNobii), e così è tutt’ora; negli ultimi dieci anni però ho “riscoperto” il genere, con Tolkien, Pratchett, Rowling, Gaiman. E ho iniziato a scriverlo, ovviamente…


Da cosa nasce IL PORTATORE DI TENEBRA? Ha avuto degli ispiratori?
Certo l’autore che più mi ha ispirato inizialmente è Tolkien, soprattutto per l’abilità di creare un mondo che sia verosimile e completo, con storia, mitologia, lingue, un passato insomma; che è ciò che cerco di fare anch’io. Ispirazione è stata anche per me la musica, in particolar modo quella del mio gruppo preferito, i Blind Guardian: colonna sonora ideale mentre scrivo, e autori non solo di canzoni meravigliose ma anche di testi estremamente affascinante ed evocativi.
Ho iniziato a lavorare alla saga del Portatore di Tenebra quando ero molto più giovane, intorno ai 17 anni; nel corso degli anni è cresciuta, l’ho modificata e arricchita, e naturalmente vi sono molto legata: ancora oggi non smetto di rivederla, preparando le pubblicazioni. Tuttavia, le opere cui sto invece lavorando ora cercano di staccarsi invece dal fantasy di sapore tolkieniano, sperimentando ambientazioni di tipo diverso, immaginando popoli e razze diversi e creati da me. Oggi cerco insomma di seguire una mia strada, liberandomi dalle influenze e ispirandomi invece direttamente al folklore e alla mitologia, anziché agli autori moderni, e variando nei generi letterari.

Com’è strutturata la sua opera? Si tratta di una trilogia o di una saga? Da cosa è stata dettata la scelta?
Il Portatore di Tenebra è una trilogia, e La Guerra della Falce è il suo primo volume; la casa editrice Edigiò però ha scelto di pubblicare questo primo volume suddiviso a sua volta in episodi. Il primo è uscito nella primavera del 2008, sottotitolato La luce dal cielo, una sorta di “antipasto” alla saga; il secondo è appena uscito in questo fine febbraio, e si intitola Le nubi si addensano; è più lungo, circa 240 pagine; questo perché il primo è stato accolto molto bene, nonostante io sia un’esordiente. Secondo i miei calcoli, alla fine risulterà come una trilogia dal primo volume della trilogia originaria, con un terzo episodio che sarà più o meno della lunghezza del secondo.

Ci parli un po’ del suo libro. Quali sono le tematiche fondamentali e come si sviluppano le vicende narrate?
Non voglio rivelare molto della trama, perché sarebbe facile cadere in “spoiler” dei prossimi volumi; in questa prima parte si presenta l’ambientazione e alcuni dei personaggi principali, anticipando il conflitto che sta per iniziare. Tra tutti, uno dei temi che più mi interessa è la mancanza di una distinzione netta tra Bene e Male. Non credo in un mondo “manicheo”, nemmeno in un fantasy; non apprezzo i personaggi nettamente buoni o cattivi, perché nella realtà non esistono persone di questo tipo. Per quello, amo analizzare i sentimenti, le emozioni, le motivazioni di tutti i miei personaggi, e cercare di mostrare come coloro che combattono dalla parte “giusta” non sono necessariamente “buoni”, e viceversa chi si trova a combattere dal lato “sbagliato” non è per forza “cattivo”. Il “Male” o il “Bene” assoluto possono esistere, secondo me, solo se “disumanizzati”, riferiti a dei, demoni o creature magiche.

Come ha scelto il titolo del suo romanzo?
Sembra strano, ma non saprei dire né quando né come! È sorto spontaneamente, emergendo all’improvviso, come parecchi dei nomi dei personaggi, anche se poi, in alcuni casi, questi ultimi hanno subito sostituzioni o modifiche. Il titolo però mai… Salvo i sottotitoli che distinguono gli episodi in cui il testo è diviso per Edigiò, quelli li scelgo tra tanti che mi passano per la testa al momento dell’invio del file per le bozze.


Qual è il suo libro preferito?
Ho un gruppo di libri per me “specialissimi”, e che in fasi diverse della mia vita mi hanno colpito e influenzato profondamente come persona. Per limitarsi alla letteratura, “Peter Pan” di James Matthew Barrie, “Dracula” di Stoker, ovviamente “Il Signore degli Anelli” di Tolkien, “Orgoglio e pregiudizio” della Austen, e “L’importanza di chiamarsi Ernesto” di Wilde.


E quello che proprio non sopporta?
Potrei citarne più di uno, ma a volte anche leggere un libro scadente può insegnare qualcosa, quindi non è necessariamente tempo sprecato. Ci sono poi autori che non mi attirano proprio, nonostante riscuotano magari successo, ma non avendoli letti in prima persona sospendo il giudizio; non mi piace parlare per sentito dire.


Ha degli hobby particolari? Quali?
A parte ovviamente leggere e scrivere, colleziono statuite di fate, folletti ecc, e libri illustrati dedicati al mondo del folklore e delle creature magiche (spesso grazie a siti Internet, perché la maggior parte di questi testi non sono tradotti in italiano, dunque li acquisto in inglese); navigo in Rete; e amo tantissimo la musica, come spiegherò meglio nella prossima risposta.


Come scrive? In solitudine? Ascoltando musica?
Appunto! Sola o meno, per me non ha importanza: quando scrivo riesco a “estraniarmi” dal mondo (tanto che spesso scrivevo anche sui banchi del liceo!) La musica mi aiuta molto in questo: a seconda della storia o della scena cui lavoro al momento e della sua atmosfera, scelgo la colonna sonora più appropriata. Dall’epicità dei Blind Guardian, ai sapori folk di Louisa John-Krol e The Moon and the Nightspirit, a gruppi più gotici come i My Dying Bride, ai finlandesi Amorphis … e tanti altri.


Come si è imbattuta nella sua Casa Editrice? Può ritenersi soddisfatta della stessa?
Tramite un’agenzia letteraria. Sono soddisfatta del mio rapporto con Edigiò perché ha avuto fiducia in me e non mi ha chiesto alcun tipo di contributo, cosa rara, purtroppo, al giorno d’oggi, nel mondo della piccola editoria. Inoltre mi sostengono quando si tratta di organizzare presentazioni ed eventi.


Tra i suoi, qual è il personaggio in cui più si identifica?
Non c’è un unico personaggio in cui mi identifichi; piuttosto, in molti ritrovo un diverso aspetto di me: un pregio, o un difetto, o una paura, mescolati ad altre caratteristiche che invece non mi appartengono.


Cosa pensa dell’odierno panorama letterario italiano?
È fervente, anche se purtroppo è vero che, come ho sentito lamentare spesso, nel nostro Paese ci sono più scrittori che lettori; un peccato, perché dubito si possa diventare veri scrittori se non si è anche grandi lettori. È vero che troppe persone propongono alle case editrici lavori francamente scadenti, ma è anche vero che troppo di rado le case editrici investono su autori esordienti, anche se valgono; il che rischia di demoralizzare e paralizzare anche chi ha nel cassetto un testo di qualità. Troppo spesso si bada più alle etichette e alle vendite facili che alla qualità.


Può anticiparci delle news circa i suoi prossimi “progetti in cantiere”?
La promozione del prossimo episodio della saga del Portatore di Tenebra, in primavera, con alcune presentazioni (al Book di Modena, l’8 marzo; a Novara, il 20; a Vicenza, il 3 aprile…); e poi… ho completato un romanzo breve, con tocchi fantastici ma ambientato nel mondo reale, e soprattutto sto rivedendo un nuovo libro fantasy, che sperimenta un’ambientazione nuova. Vedremo cosa capiterà! Ma sono molto soddisfatta di quest’ultima storia, e non vedo l’ora di proporla. Seguitemi sui miei siti per essere aggiornati sulle uscite, vedere le illustrazioni che la bravissima Lilie, autrice delle copertine, sta realizzando, e conosce date e luoghi delle presentazioni: QUI, oppure QUI, o QUI.


Le è mai capitato di presentare in pubblico il suo libro e di firmare autografi? Che emozioni ha provato?
Sì, mi è già successo varie volte, e devo dire che si è trattato di esperienze fantastiche. All’inizio l’idea di parlare in pubblico può spaventare un po’, ma, quando comincio, mi accorgo che le parole fluiscono quasi da sole. Firmare i libri… è un’emozione forse più per me che per i lettori stessi che mi chiedono l’autografo! Soprattutto, sono felicissima di aver potuto conoscere in quelle occasioni tante persone splendide, con cui qualche volta riesco a rimanere in contatto. Lo dico sempre e non mi stancherò di ripeterlo, confrontarsi con i propri lettori è importantissimo per osservare le proprie opere da diversi punti di vista e cercare di crescere come autrice. Secondo Calvino, “scrivere significa nascondere qualcosa perché venga poi scoperto”. Quando un lettore “scopre” qualcosa che ho voluto fortemente dire mi sento davvero felice!


Ha mai avuto contatti diretti con altri scrittori?
Da quando ho pubblicato ho avuto il piacere di conoscere e corrispondere attraverso Internet con molti altri giovani autori e aspiranti tali, e confrontarsi su sogni, dubbi, speranze è senz’altro sia “utile” che “dilettevole”. Ho poi la grandissima fortuna di conoscere da alcuni anni due persone assolutamente meravigliose, che sono anche autori di primo piano: Massimo Polidoro, saggista e di recente anche romanziere, e Alessandro Barbero, medievista di fama e Premio Strega. Qualsiasi occasione per incontrare o corrispondere con personalità di questo calibro è un arricchimento e una gioia, e sono loro grata per questo. Infine, da poco ho conosciuto la bravissima Paola Pettinotti, autrice di un giallo ambientato a Genova; mi ha fatto un’ottima impressione e spero di restare in contatto con lei.


Ha mai illustrato consigli editoriali a chi sta muovendo i primi passi nel mondo della scrittura e della pubblicazione ad essa correlata?
È successo, anche se sicuramente io stessa sono solo all’inizio del cammino. I consigli che reputo più validi sono questi: leggere e scrivere il più possibile, e soprattutto non stancarsi di rileggere, correggere e rivedere le proprie pagine. L’ispirazione certo ha una parte importante, ma nessuna pagina scritta “di getto” può essere perfetta senza un lungo “labor limae”, che per me rappresenta una fase fondamentale della scrittura.


Se la sente di fare un appello a tutti coloro che hanno un libro nel cassetto pronto per la pubblicazione?
Siate tenaci! E non abbattetevi di fronte ai rifiuti, cercate di sfruttarli per capire dove migliorare.


Cosa significa per lei essere una scrittrice?
Nulla è paragonabile all’emozione di vivere vite, situazioni, sentimenti diversi attraverso i personaggi che immagino. E non riesco a immaginare soddisfazione più grande di trasmettere ai lettori le emozioni che provo attraverso le mie storie, e riuscire a coinvolgerli e avvincerli. Scrivere è una parte fondamentale della mia vita, non sopporterei di non poterlo fare: è anche un modo per conoscere meglio tanto se stessi quanto il mondo esterno.


Sente di aver raggiunto un traguardo? Cosa crede di dover ancora dimostrare a se stessa (letterariamente parlando, ovviamente)?
Più che un traguardo, sento di aver iniziato un cammino. E vorrei continuare a percorrerlo cercando sempre di migliorarmi… Scrivere è già il mio sogno più grande.


Grazie per averci concesso quest’intervista! A presto!



 
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glorfindel94
view post Posted on 26/2/2009, 15:11




Grazie a Mario per averci fornito l'ennesima interivsta e, naturalmente, grazie anche ad Aislinn. Bell'intervista! :)
 
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niji707
view post Posted on 26/2/2009, 15:41




bellissima intervista...!!! Io ho letto il primo libro di Aislinn e posso confermare che si sente questo suo aver creato un mondo "intero", con storia, tradizioni, modi di fare... e un passato! Anche se il primo libro è molto corto e non può essere che un assaggio... non posso fare a meno di consigliarlo fortemente. Poi questa ragazza scrive BENISSIMO... e se me ne sono accorta io che non sono una lettrice attenta!... ti fa assaporare la bellezza della scelta del singolo termine. Non so bene come spiegarmi... ma spero di poter comprare il secondo a Modena, anche se temo che ci sarò solo il 7 e non domenica quando c'è la presentazione... ;___;

ah vorrei aggiungere che anche la casa editrice secondo me ha fatto un ottimo lavoro: splendida qualità di stampa, scelta della carta, tutto... è proprio un bell'oggetto!
E poi Lilie è bravissima... :D
 
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Angela1993
view post Posted on 26/2/2009, 18:20




Grande intervista! Grazie ad Aislinn e Mario! :lol:
 
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mpblack
view post Posted on 28/2/2009, 14:46




L'intervista è magnifica, grande Aislinn! Io ho letto il suo primo libro e l'ho trovato semplicemente fantastico! Ora aspetto di leggere il secondo, assolutamente! :P
 
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ZafJr
view post Posted on 21/6/2009, 16:23




Bellissima intervista Ais :)
Detto da me può sembrare strano, ai limiti dell'esilarante, ma stai crescendo.,.. ogni cvolta che leggo di te, o che vedo qualche tua intervista o presentazione... Beh ti tengo molto come esempio e punto di riferimento :)
Vai che sei forte!
 
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view post Posted on 31/5/2016, 08:27
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