Intervista a FRANCESCA ANGELINELLI, Autrice di romanzi fantasy

« Older   Newer »
  Share  
Mariodm93
view post Posted on 4/12/2008, 13:16




INTERVISTA A FRANCESCA ANGELINELLI
Autrice di CHARIZA (Runde Taarn Edizioni), VALAERIA (Runde Taarn Edizioni), WEREWOLF (Linee Infinite edizioni) e KIZU NO KUMA (Casini Editore)!

image image



***

Ci parli un po’ di lei. Dove vive e come trascorre la sua giornata tipo?
Vivo nella torre di controllo dell’aeroporto di Malpensa… Scherzo, ovviamente, ma comunque risiedo nelle vicinanze, in una zona assolutamente anonima e assai poco interessante.
La mia giornata tipo rispecchia il lento andare di questa area di Lombardia, sospesa tra la frenetica Milano e il placido fiume Ticino, attualmente, infatti, lavoro come impiegata presso uno studio di consulenza del lavoro, ma è un lavoro part-time e temporaneo e quindi non so cosa mi riserverà il futuro. Al mattino e alla sera, quindi, ho il tempo di dedicarmi alle mie passioni, mentre il pomeriggio mi occupo di portare a casa la pagnotta.

Ha degli hobby particolari?
La lettura può essere considerata un hobby, ma più ancora lo è la mia passione per anime e manga giapponesi o quella per il cinema wuxia cinese.

A quando risalgono i suoi primi tentativi di scrittura?
All’infanzia, come capita per molti scrittori, quando scrivevo favole per gioco. Poi negli anni il mio rapporto con la scrittura è molto cambiato, è cresciuto con me, e, attraverso diverse fasi, sono approdata alla scrittura di romanzi fantasy.

Come è nata in lei questa passione per il mondo orientale che ha saputo trasmettere in maniera eccellente nei suoi romanzi?
C’è un aneddoto molto simpatico che racconto ogni tanto: mentre mia madre era incinta di me leggeva Shogun, quando avevo circa un anno io e mio padre ci ammalammo entrambi di varicella e, dovendo passare molte ore in casa con me, lui mi leggeva Shogun (che nel frattempo mia madre era riuscita a terminare) ad alta voce. Con un inprintig così difficilmente non avrei potuto amare l’oriente!
Oltre a questo io sono della generazione degli anni ’80, ovvero di coloro che hanno passato almeno una parte dell’infanzia insieme agli anime giapponesi trasmessi da Italia1. Negli occhi abbiamo la cameretta di Doraemon con i tatami e il futon nell’armadio, i personaggi che mangiano con le bacchette e che indossano la divisa scolastica. Ho sempre trovato affascinante questo non trovarsi spaesati di fronte alle differenze tra il nostro modo di vivere italiano e quello nipponico che, seppur in modo parziale, abbiamo conosciuto grazie all’animazione. È stato questo il primo passo che mi ha spinto ad interessarmi della cultura giapponese, della sua letteratura classica e della sua storia, e, in seguito, anche ad altri paesi dell’area asiatica, come la Cina.

Quanto le somiglia il personaggio di Chariza?
Forse Chariza somigliava alla me stessa del periodo in cui l’ho scritto, ma oggi io sono cambiata sia come persona sia come scrittrice, sono passati, infatti, quasi cinque anni da allora. Inoltre, anche se sono consapevole dell’importanza di dare qualcosa di noi stessi ai nostri personaggi, non amo molto essere confusa con essi. I personaggi sono come figli, ereditano una parte del nostro DNA, ma poi vivono una vita e delle esperienze personali, quindi si sviluppano in modo indipendente.
Certo, Chariza è figlia di un momento particolare della mia vita, nel quale ancora non lavoravo e avevo bisogno di soldi. Da qui probabilmente è nata la maledizione di avidità che la attanaglia.

Qual è il suo personaggio preferito tra quelli del dittico Chariza?
Eh, una domanda meno semplice di quello che sembra! D’istinto direi Yukai, perché è il personaggio per il quale ho provato più affetto mentre scrivevo, tuttavia, razionalmente, direi Midori, il Drago Verde. In un certo senso Midori è il mio alter ego nella storia o forse, più semplicemente, è il personaggio a cui mi sento più vicina, in parte per quella sua tenacia nel credere in qualcosa (l’Impero, l’Alleanza, lo status quo) di così imperfetto. Ho sempre vissuto Midori come un personaggio molto ambiguo, ma per questo forse più vero perfino Eroi designati, che sono già piuttosto in bilico.

E il capitolo che l’ha coinvolta maggiormente?
Anche questa è una domanda solo apparentemente semplice. Direi che tutta la seconda parte, Chariza. Il Drago Bianco, l’ho affrontata in modo diverso e quindi ne sono stata più coinvolta emotivamente, anche perché ha delle finalità differenti rispetto alla prima. Scrivere il finale, forse, è stata la parte più difficile e che ha richiesto un coinvolgimento maggiore.

Crede di poter scrivere un sequel a Chariza – Il Drago Bianco?
No. Nel senso che non scriverò storie che prendono le mosse da dove la storia si è chiusa, perché quella è la storia di una parte della vita di Chariza e dell’Impero e termina con l’ultima pagina del romanzo. Tuttavia ci sono dei progetti correlati: il primo, Le Avventure di Chariza, è una serie di racconti, scritti nel 2004 precedentemente al romanzo, che narrano alcuni episodi del vagabondare di Chariza dopo il suo ritorno nello Si-hai-pai. Insieme a questi esistono già altri racconti (scritti nello stesso periodo) che invece parlano di quella che potremmo considerare la giovinezza di Chariza, raccontano quindi dei Monti Sacri, del tradimento subito, della sua vita tra gli Sciri e del periodo di Sennachar. Da questi racconti mi piacerebbe partire per scrivere altri due romanzi, ma è un progetto ancora embrionale e che non vedrà la luce a breve. Questo per quel che riguarda i prequel dedicati a Chariza. Poi c’è un secondo progetto che invece prevede la partecipazione come special guest di Aiko (chi è arrivato all’ultima pagina di Chariza. Il Drago Bianco sa di chi parlo), ma che, nella misura di un romanzo breve, narra le avventure di nuovi personaggi. Se avessi più tempo, sarebbe il testo su cui starei lavorando in questo periodo, ma purtroppo numerosi imprevisti mi stanno tenendo lontana dalla scrittura.

Se potesse riassumere in pochissimi righi l’intera trama di Chariza, cosa direbbe?
Che è la storia di una donna, in lotta con se stessa, che cerca il suo posto nel mondo.

Prossimamente verrà pubblicato il romanzo Valaeria. Può fornirci in esclusiva delle news?
Valaeria è un romanzo diverso da Chariza. Intanto perché è stato scritto prima, poi perché ha una struttura differente in quanto narra le vicende parallele di tre fratelli, Valeria, Lucio e Severo, a confronto con il loro desiderio di vendetta. Inoltre l’ambientazione non è quella orientaleggiante dello Si-hai-pai, ma qualcosa di molto simile alla Roma del tardo impero.
Insomma, una sfida nuova e differente.

Come ha conosciuto la Casa Editrice che poi si è detta disponibile a pubblicarla?
Quando ho iniziato a cercare un editore ho raccolto diversi nominativi tra grandi, medi e piccoli editori, riservando però anche un’attenzione particolare alla localizzazione geografica. Trovo infatti molto importante conoscere anche di persona coloro con cui si andrà a lavorare.
Runde Taarn è una casa editrice di Gerenzano, abbastanza vicino a dove abito, quindi è rientrata nel novero di coloro cui ho spedito il romanzo.

Ha mai provato a contattare grandi editori per i suoi libri? Se sì, quali sono state le loro risposte?
Le capacità le ha, ma non si applica. Come a scuola.
No, anche questa è una pessima battuta.
Ho provato a contattare grandi editori, come tutti, anche se devo ammettere di avere una certa sfiducia verso il mondo della grande editoria. Fondamentalmente non apprezzo alcune scelte e strategie adottate ultimamente.
Le risposte, quando ci sono state, perché molti editori hanno preso la pessima abitudine di non mandare nemmeno due righe di diniego, sono state le solite: “non è adatto ai nostri tipi”, fondamentalmente per due motivi, ovvero il fatto che i miei romanzi non sono diretti a un pubblico di giovanissimi e che esulano, per la maggior parte, da quel panorama fantasy che vuole a tutti i costi un’ambientazione che richiami il medioevo e il mondo celtico-germanico. Scrivere fantasy eroica, con un’ambientazione diversa da quella classica, mi ha posta in una nicchia ancora maggiore di quella riservata già naturalmente al genere fantasy. Tutto qui.
Certo, il fatto di essere italiana non ha aiutato, viste le risposte di alcuni editori che si rifiutavano perfino di leggere una sinossi per il solo fatto che si stesse parlando di un romanzo inedito di un’autrice italiana. Questo accadeva però nell’ormai lontano biennio 2005/2006. Quando ancora l’editoria non si era aperta al fantasy italiano come lo è adesso. Devo ammettere che in seguito non ho più cercato i grandi editori; ho attualmente in circolazione un paio di testi presso due case editrici i cui libri mi piacciono molto, ma, anche se sono abbastanza note, non sono colossi editoriali. Per il resto continuo a lavorare con Runde Taarn a nuovi progetti.

Sappiamo che lei oltre ad essere un’eccellente scrittrice è anche una grande lettrice. Quali sono i libri che l’hanno colpita maggiormente, insomma, quelli in cui vede riflessa la sua personalità e la sua essenza?
Guerra e Pace di Tolstoj e Madame Bovary di Flaubert. Sono i libri che porterei su un’isola deserta. Paradossalmente niente fantasy. Questi due romanzi, che lessi nel periodo dell’adolescenza, sono quelli che hanno maggiormente segnato la mia vita e la mia scrittura.

Dopo la pubblicazione di Valaeria, crede di continuare con la sua carriera di autrice o di fermarsi? Ha altre opere in cantiere?
Essendo una personalità eccentrica e instabile, ciclicamente sprofondo in un baratro di delusione e abbattimento che mi porta a giurare e spergiurare che non scriverò mai più. Poi però, siccome scrivere è tutta la mia vita, ci ripenso, mi risollevo e vado avanti.
Sono un po’ bohemien.
Attualmente, in realtà, ho già pronti due romanzi lunghi, uno breve e una raccolta di racconti, ma aspetto risposte dagli editori. Nel frattempo ci sono due progetti su cui dovrei (e vorrei) lavorare assiduamente, mentre moltissimi altri sono in cantiere.

Qual è la sua opinione sul panorama letterario italiano?
Desolante. Difficile guardare con fiducia a un mondo editoriale che ci inonda di titoli stranieri o di libri scritti da tronisti e calciatori, con tutto il rispetto per i calciatori.
Paradossalmente non è colpa della maggior parte degli autori, né dei lettori, né di tutti quegli editori che lavorano bene, insomma degli addetti ai lavori e dei fruitori di letteratura. È semplicemente uno degli aspetti della realtà contemporanea, per cui anche il mondo letterario ed editoriale è diventato uno dei tanti aspetti del “mondo dello spettacolo”, fattore questo che è strettamente collegato al fatto che le case editrici siano diventate aziende e non siano più “promotrici di cultura”. Intendiamoci: una cosa non esclude l’altra, si può fare cultura anche con i best sellers, tuttavia esiste un ampio substrato di “letteratura” che serve unicamente a sostenere il fatturato e che spesso segue la scia di successi televisivi o di fatti di cronaca.
In un panorama come questo anche la figura dell’autore perde sostanza. Tutti possono essere scrittori, la figura dello scrittore di professione non esiste più.
È un bene? È un male? È giusto? È sbagliato?
Il discorso è molto ampio e complesso e riguarda anche la fruizione stessa del testo.
Resta il fatto che, personalmente, tra Foscolo e Moccia… io continuo a preferire Foscolo.

Una domanda che ormai comincia ad interessarci è questa: il fantasy anglosassone è ritenuto sotto certi aspetti “superiore” a quello italiano. Come spiega questa propensione a diffidare della produzione letteraria nostrana di romanzi di tale genere?
Un inutile e ingiustificato pregiudizio dettato, in parte, da una buona dose di ignoranza. Da noi arriva una parte infinitesimale della produzione letteraria straniera e spesso sono le opere migliori, quelle della maturità. Ma chi ha detto che i grandi nomi del fantasy anglosassone hanno scritto fin da subito capolavori?
Il fantasy italiano sta prendendo piede, adesso, con opere prime di autori spesso molto giovani, che non possono essere assolutamente paragonati a romanzi maturi di autori che scrivono da trent’anni e che ne hanno più di cinquanta.
Personalmente ho letto romanzi assolutamente validi e conosciuto giovani autori italiani, dai 15 ai 45 anni, molto più che in gamba, che si danno un gran da fare, che sanno lavorare e che meriterebbero più attenzione e più credito. Una maggiore apertura nei loro confronti non guasterebbe, da parte di tutti, editori e lettori. Una “scuola” si costruisce anche dalla gavetta, dai romanzi d’esordio, dalle prove, dai successi e dai fallimenti.
C’è una storia da riscoprire, a partire da Gianluigi Zuddas e Mariangela Cerrino, che è proseguita con Andrea d’Angelo e Fabiana Redivo, per approdare ad autori come Michele Giannone, Marco Davide, Uberto Ceretoli, Egle Rizzo, Antonia Romagnoli, Chiara Guidarini… e tutti gli altri. Ne ho saltati parecchi (non me ne vogliano i non citati, sono tutti nel mio cuore e nella mia libreria), ma con una buona ricerca in rete e tanta pazienza e passione si posso leggere davvero dei testi fantasy di autori italiani che non hanno nulla da invidiare ai colleghi stranieri. Romanzi differenti tra loro, che possono coprire i gusti di lettori molto diversi.
Io guardo con fiducia e curiosità ai miei colleghi italiani, anche se (come è ovvio) non mi può piacere tutto perché anche io ho dei gusti personali. Sinceramente, leggere gli autori anglosassoni mi interessa meno.

Chi è il suo scrittore preferito?
Nel panorama fantasy? Se parliamo di italiani Zuddas e Cerrino, su tutti, se parliamo di stranieri Marion Zimmer Bradley e Diana Paxton. In quello… non-fantasy, Banana Yoshimoto, senza dubbio.
L’amore per il fantasy italiano non mi impedisce di guardare oltre le frontiere del nostro paese.

E quello che proprio non sopporta?
J.K Rowling.

Ha mai pensato di scrivere romanzi differenti dal genere fantasy?
Da ragazzina scrivevo storie d’avventura, poi ho provato a scrivere racconti “esistenziali”, sulla scia della mia passione per la Yoshimoto, appunto, ma il genere fantasy è quello in cui riconosco di più e che mi offre maggiore libertà di azione.

Le è mai capitato di conoscere scrittori famosi? Chi?
Dipende, in rete o nella realtà? E poi, cosa si intende per “famosi”?
Ho incontrato Carlo Lucarelli a una presentazione e ho scambiato un paio di mail con Gianluigi Zuddas (che non ringrazierò mai abbastanza per la gentilezza). Loro sono VIP.
Ma ho avuto anche l’onore e il piacere di conoscere di persona alcuni autori italiani di fantasy, come Uberto Ceretoli, Antonia Romagnoli e Fabrizio Valenza. In qualche modo anche loro sono famosi. In rete poi è abbastanza facile conoscere i colleghi e l’elenco sarebbe davvero molto lungo, ma tutti mi hanno lasciata un’impressione più che positiva. È molto bello scambiarsi pareri e opinioni, non solo sui nostri rispettivi romanzi, ma anche sulle esperienze di lettura e pubblicazione. In questo internet aiuta molto ad accorciare le distanze, ma personalmente trovo molto bello quando, soprattutto in occasione delle fiere, si riesce a ritrovarsi dal vivo.

Le è mai capitato di presentare in pubblico i suoi libri e di firmare autografi? Che emozioni ha provato?
È capitato che alle fiere mi ritrovassi a promuovere i miei romanzi e a firmare qualche autografo. In genere la cosa mi mette sempre una certa ansia e mi imbarazza molto. Fondamentalmente sono molto timida. Però è anche una bella sensazione, specie quando le persone con cui ti approcci sono interessate. È appagante.

Grazie per averci concesso quest’intervista! A presto!

image image



E L'INTERVISTA CONTINUA...

Ciao Francesca! Ecco qualche nuova domanda per stimolare la curiosità dei tuoi lettori (eh, sì… siamo passati al tu, eheh) :)
Dunque, ti abbiamo lasciata con il romanzo Valaeria e ti ritroviamo con altre due opere! Ma andiamo per ordine.
Anzitutto cosa puoi raccontarci della tua esperienza con Werewolf? Sappiamo che è edito da un altro editore… come mai questa scelta?


Dunque, Werewolf è nato per partecipare a un concorso (i cui risultati non sono stati ancora ufficializzati) e quindi doveva rispondere a particolari esigenze. Nel frattempo il mio rapporto con il precedente editore è venuto meno, per il semplice fatto che abbiamo intrapreso percorsi diversi. Così ho proposto il romanzo all’editore Linee Infinite perché mi piacevano il formato dei loro libri e la cura che avevo riscontrato nei romanzi dell’autrice Cinzia Baldini. Inoltre cercavo un editore disposto a sostenermi nel percorso promozionale del testo anche se con tutti i limiti della piccola editoria. Linee Infinite si è rivelato una scelta adatta a quello che io stavo cercando per Werewolf e sono molto soddisfatta del risultato finito e del lavoro fatto insieme.

La trama del romanzo è molto particolare. Come lo definiresti? Un horror, un fantasy, un romanzo sentimentale…?

Un paranormal-romance, ovvero una storia d’amore con elementi sovrannaturali che, come si intuisce dal titolo e dalla copertina di Francesca Resta, riguardano i lupi mannari. Il tema della storia è senz’altro l’amore, l’incontro tre due personalità opposte e complementari come sono quelle di Kate e John, ma non mancano elementi di mistery nel percorso che la protagonista compie per svelare i segreti di Wildfell Hall. È senza dubbio anche un romanzo gotico sia per le ambientazioni, sia per certi elementi che non vogliono suscitare tanto la paura (per questo non lo definirei un horror), ma che contribuiscono all’atmosfera di mistero che volevo aleggiasse sulla storia.

Fantasy orientaleggiante. Roma dei Cesari. Inghilterra vittoriana: sono tutte ambientazioni molto particolari. Se potessi scegliere di vivere in uno dei tuoi romanzi, quale sceglieresti?

Più che in uno dei miei romanzi, in una delle mie ambientazioni. E sceglierei senz’altro lo Si-hai-pai, la patria di Chariza, perché è l’ambientazione meglio costruita, quella su cui ho lavorato (e lavoro) di più e che sento più mia. È la mia “isola che non c’è”, il mio “regno di oz”, insomma il mio personale parco giochi fantastico dove mi piace invitare i lettori grazie alle mie storie e ai miei personaggi.

image



Febbraio 2010. Una data importante per tutti i fan dello Si-hai-Pai. Casini Editore, infatti, pubblicherà il tuo nuovo romanzo: Kizu No Kuma.
Un titolo alquanto singolare. Da cosa nasce questa scelta?


Allora, Kizu no Kuma sarà l’inizio di una bella avventura che spero possa durare il più a lungo possibile. Sarà infatti il primo volume di una serie, Ryukoku Monogatari (che significa Leggende del Regno dei Draghi) che comprenderà le storie che condividono l’ambientazione orientale. Con questo nuovo romanzo orientale, infatti, tornerò nell’universo in cui è ambientata anche la storia di Chariza, lo Si-hai-pai, appunto. Ma in futuro mi auguro di poter mostrare sempre più aspetti di questo universo cui ho dato forma grazie alla passione per l’oriente.
Kizu no Kuma, in particolare, significa La Cicatrice dell’Orso e leggendo la storia si potrà intuire il riferimento che ha dato origine al titolo.

E la storia? Ritroveremo personaggi già incontrati in Chariza. Il soffio del vento e Chariza. Il drago bianco?

No, storia nuova, personaggi nuovi. Questo volume in particolare ruota attorno alla figura di Gaiko, un giovane soldato di Hoh-ma la cui esistenza sarà in vari modi segnata dall’incontro con le Cucitrici.

Kizu No Kuma è il primo romanzo di una nuova saga o un volume a sé stante?

È il primo di tre volumi, autoconclusivi, ma legati tra loro, che ruotano attorno a delle figure abbastanza particolari dell’impero: le Cucitrici, una setta di sarte assassine armate di caratteristici pugnali, i kunai, nei quali sono racchiusi degli spiriti vendicativi.

Bé, a questo punto ti chiedo: hai nuovi progetti in cantiere? Cosa ti aspetti per il futuro?

Un progetto abbastanza concreto riguarda la pubblicazione della raccolta di racconti vincitrice del concorso Altri Mondi per l’editore Montag che, salvo imprevisti, dovrebbe essere edita da Marzo (ma avrò modo di darvi maggiori dettagli più avanti riguardo alle date e al titolo). È una raccolta di racconti, anche questi a carattere orientale, che narrano in prima persona, attraverso alcuni episodi significativi della sua vita, gli incontri del monaco Kyoshi con varie entità sovrannaturali dell’immaginario orientale, dei, demoni, indovini, spiriti…
Per quanto riguarda Ryukoku Monogatari sto lavorando al “seguito” di Kizu no Kuma e all’ampliamento dello scenario.
Scrivo qualche racconto per dei concorsi, che trovo sempre molto stimolanti.
Mi piacerebbe terminare la stesura di un urban fantasy sugli angeli iniziato qualche tempo fa (e magari trovare un editore anche per questo progetto, perché no?).
Per cui per il futuro mi aspetto giornate da 48 ore e overdose di caffè. Ma a parte questo mi auguro che Kizu no Kuma possa piacere ai lettori, questa è la cosa più importante.

In bocca al lupo per tutto! A presto!


Edited by Mariodm93 - 21/12/2009, 14:26
 
Top
niji707
view post Posted on 4/12/2008, 13:58




splendida intervista, Francesca!!! =D Bravo Mario!

Io sto incominciando da poco a leggere il fantasy italiano, confesso, anche per il semplice fatto che la scelta in libreria è decisamente minore... fortunatamente internet permette di leggere commenti, trame, recensioni, anche di romanzi che difficilmente troverò in libreria, spesso per scelte essenzialmente di target e quindi di vendite, ma che sono ugualmente interessanti.
Nei i tuoi gusti "internazionali" mi ritrovo molto... quindi perché non seguire il consiglio su quelli italiani? considerando poi che della Cerrino ho recentemente acquistato un libro... :P

E poi, sicuramente, leggerò i tuoi libri =)
la runde taarn fa sconti natalizi?? XD
 
Top
glorfindel94
view post Posted on 4/12/2008, 14:27




MArio, lo sai che stai dando una mano a dir poco IMMENSA al Fantasy World?! Grazie mille... Ciao.
 
Top
FraAngel82
view post Posted on 4/12/2008, 14:30




Grazie!!!
Ah, io amo la Cerrino! Te la consiglio caldamente!
Non so se la RT fa sconti natalizzi, sarebbe una bella cosa, anche io prossimamente devo fare acquisti di nuove uscite
 
Top
Mariodm93
view post Posted on 4/12/2008, 14:34




:) :) Infondo ho avuto la fortuna di trovare gli autori tutti disponibilissimi!
Per quanto riguarda gli sconti, su IBS c'è lo sconto natalizio su quasi tutti i libri (-20%), anche su quelli della Runde Taarn!
 
Top
niji707
view post Posted on 4/12/2008, 15:25




CITAZIONE (FraAngel82 @ 4/12/2008, 14:30)
Ah, io amo la Cerrino! Te la consiglio caldamente!

ok, è appena salita di qualche gradino nella mia lista di future letture... :D

CITAZIONE (Mariodm93 @ 4/12/2008, 14:34)
Per quanto riguarda gli sconti, su IBS c'è lo sconto natalizio su quasi tutti i libri (-20%), anche su quelli della Runde Taarn!

=D wow, grazie per l'informazione!!!
 
Top
Angela1993
view post Posted on 4/12/2008, 15:33




Che dire? Queste interviste sono una più interessante dell'altra! :)
 
Top
FraAngel82
view post Posted on 4/12/2008, 18:39




Io devo ancora leggere Lisidranda, che è l'ultimo uscito per Armenia, ma ho un amore viscerale per la saga degli etruschi, Rasna, che ho semplicemente adorato. Per me la Cerrino è la Bradley d'Italia... vorrei essere brava come lei.
 
Top
mpblack
view post Posted on 4/12/2008, 18:47




Bellissima anche questa intervista! Mario, sei mitico, davvero! :P
 
Top
ricciobianco
view post Posted on 18/7/2009, 14:07




CITAZIONE
Bellissima anche questa intervista! Mario, sei mitico, davvero!

già, complimenti
 
Top
Mariodm93
view post Posted on 18/7/2009, 16:10




Grazie!!^^ :lol:
 
Top
Vocedelsilenzio
view post Posted on 21/12/2009, 15:07




Ma che bello questo ampliamento!!! Davvero!
Auguro a Francesca il meglio! E non vedo l'ora di leggere Kizu no Kuma... queste cucitrici mi attirano assai...
 
Top
niji707
view post Posted on 21/12/2009, 15:51




è vero!! ispira moltissimo!! Brava Francesca, continua così!!!
 
Top
Angela1993
view post Posted on 21/12/2009, 20:17




E' vero! E' bello avere degli ampliamenti!
Complimenti! E in bocca al lupo a Francesca!
 
Top
FraAngel82
view post Posted on 31/12/2009, 18:35




Grazie a tutti voi e a Mario per le nuove domande, tutto molto interessanti.
BUON ANNO A TUTTI!!!
 
Top
15 replies since 4/12/2008, 13:16   904 views
  Share