La Prova

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Mariodm93
icon1  view post Posted on 30/4/2009, 23:22




LA PROVA




Sdraiato su un letto improvvisato, ancora dolorante per il lungo viaggio, Arrakis ascoltava il picchiettare incessante della pioggia sul tetto del rifugio.
Erano parecchie ore che pioveva, il vento fischiava attraverso le fessure delle assi di legno e l’unica fonte di luce proveniva dai frequenti lampi, i cui violenti tuoni facevano vibrare l’intero edificio.
Aveva viaggiato limitando le soste il più possibile, ben sapendo che in quella stagione i temporali erano frequenti e che, in tal caso, sarebbe stato costretto a restare in qualche rifugio a causa dei numerosi fulmini caratteristici di quella regione.
Non aveva molto tempo per raggiungere la regione di Aditus e il dover perdere del tempo in quel modo lo irritava, soprattutto perché era colpa della sua trascuratezza se si trovava in quella situazione.
Era partito quattro giorni prima dalla città di Esagon, in groppa di un Haflinger, un splendido cavallo dal manto sauro, che aveva sin da subito lanciato al galoppo in una folla corsa lungo la strada.
Spinto dalla necessità di percorrere più strada possibile aveva continuato a spronare la cavalcatura anche quando aveva avvertito che iniziava a risentire della stanchezza e non avrebbe retto ancora per molto quell’andatura, ignorando il buon senso che gli suggeriva di fermarsi.
Ad un tratto la povera bestia si era azzoppata e solo per pura fortuna non si era ferito anche lui nella rovinosa caduta che ne era seguita. Con dispiacere e rimorso per il suo comportamento, aveva lasciato il cavallo a una famiglia di contadini che viveva lì vicino, sapendo che ne avrebbero avuto più cura di quanto glie ne avesse dato lui.
Da allora aveva viaggiato a piedi il più rapidamente possibile, impiegando due giorni per attraversare la Grande Pianura che si estendeva da Esagon alla foresta di Darkwood che delimitava il confine della regione di Aditus
Era il pomeriggio del terzo giorno di viaggio quando aveva raggiunto il margine della foresta, una brezza piacevolmente fresca lo aveva fatto rabbrividire. Sollevando lo sguardo aveva notato le nuvole nere che stavano lentamente coprendo il cielo e per testimoniare il poco tempo che gli restava prima dell’inizio di un temporale, una goccia lo aveva colpito sulla fronte. Non gli era rimasto altro da fare che affrettarsi a cercare uno dei rifugi, semplici e solide capanne in pietra e legno, che erano costruite tra le città in modo che i viaggiatori potessero trovare riparo, soprattutto per il periodo invernale di quella regione, dove erano frequenti le abbondanti nevicate.
Arrakis aveva cercato inutilmente di dormire, ritrovandosi sempre ad ascoltare i rumori provenienti dall’esterno. I suoi pensieri vagavano pigri sul periodo di addestramento che aveva appena finito e di cui quella missione era l’esame finale.

Gli sembrava passata una vita da quando lui, figlio quattordicenne di contadini, era partito per Esagon poco dopo aver detto ai suoi della sua decisione di arruolarsi.
“Voglio essere qualcosa di più di un contadino” cosi aveva motivato la sua decisione.
Loro si erano da prima infuriati, poi spaventati e infine rassegnati della scelta fatta da loro figlio, infondo la comprendevano anche se non potevano approvarla.
Appena arrivato a Esagon si era arruolato e aveva iniziato il corso per diventare soldato.
I primi due anni consistevano in un addestramento fisico, affrontando i vari stili di combattimento e in un’istruzione di base erano passati ripidamente.
Arrakis aveva dimostrato una predisposizione maggiore per lo studio che per l’arte del combattimento, nel quale pur non eccellendo, si era comunque dimostrato all’altezza dei compagni.
Finiti i due anni, si era trovato davanti ad una scelta; entrare ufficialmente nell’esercito come soldato ed essere trasferito in qualche reggimento che richiedeva truppe per la difesa dei villaggi di confine, oppure continuare nell’addestramento scegliendo tra diverse specializzazioni che comportavano addestramenti diversi e difficoltà peculiari.
Inizialmente aveva pensato di entrare a far parte della guardia reale, un incarico molto ambito, perché oltre ad essere ben pagato e si correvano meno rischi, consentiva di avere a che fare con la nobiltà, e non erano rari i matrimoni tra una guardia e le figlia di qualche piccolo nobile.
Ma poi un giorno era arrivato all’accademia un cavaliere del drago.
Si stava addestrando con la spada insieme ad altre reclute quando un drago si era posato nel cortile dell’accademia, e un misto di terrore e meraviglia lo aveva pervaso. Un uomo, con un’armatura leggera era sceso con eleganza dal dorso di quella creatura, qualificandosi così come cavaliere del drago.
Il drago era stupendo, aveva le scaglie di un colore che andava dal blu notte al turchese, per la sua specie era un po’ più piccolo della media, ma in quel momento lo aveva trovato un essere enorme. Quando i loro sguardi si erano incrociati ne aveva visto la profonda intelligenza e una strana sensazione gli aveva attraversato il corpo, nella sua mente era echeggiata la voce del drago, anche se il senso delle parole gli era sfuggito. Il tutto era durato meno di un secondo, ma fu così intenso da farlo barcollare e cadere all’indietro. Il drago si era voltato verso il suo cavaliere che, interrotta a metà la discussione che stava avendo con il comandante delle guardie, si era voltato a guardarlo con aria sorpresa. Non poteva dimenticare lo sguardo di quel cavaliere, così simile a quello del suo drago, con una profondità che trasmetteva secoli di conoscenze, e non avrebbe mai dimenticato nemmeno le poche parole che gli disse mentre lo aiutava a rimettersi in piedi.
“hai delle potenzialità ragazzo, scegli bene la strada per il tuo futuro”.
Dopo quelle parole, dentro di lui era nata la determinazione a diventare un cavaliere del drago.

La luce del sole svegliò Arrakis, il temporale era finalmente passato e nell’aria spirava il profumo dell’erba bagnata.
Quello era l’ultimo giorno a disposizione per raggiungere il lago Crystal nella regione di Aditus, che si trovava ai confini settentrionali della foresta Darkwood, nella quale si trovava ora anche se più vicino al confine occidentale e a diversi chilometri più a sud rispetto al lago.
Secondo la cartina il sentiero, una ferita larga dieci metri che attraversava quel mare di verde, non aveva un andamento lineare verso il lago. Addentrandosi nella foresta avrebbe potuto risparmiare parecchia strada e tempo, ma conosceva fin troppo bene la fama di quel luogo per fare una cosa del genere. Già lì lungo il sentiero, dove la vegetazione era meno fitta, la luce del sole faticava a passare tra i rami degli enormi e secolari alberi della foresta. Lasciare il sentiero significava inoltrarsi in un luogo di oscurità totale, dove il giorno e la notte sarebbero stati indistinguibili e orientarsi impossibile.
La Darkwood era una foresta che non risparmiava gli incauti.
Era quasi mezzogiorno quando Arrakis si fermò a riposare il tempo necessario per mangiare qualcosa. Non aveva incontrato nessuno lungo la strada, ma in quel periodo dell’anno i viaggiatori evitavano quella zona.
Secondo i suoi calcoli, in quelle ore aveva percorso quasi metà della strada che lo separava dal lago e se riusciva a mantenere la stessa andatura, poteva arrivare prima del tramonto, ma anche così non avrebbe avuto molto tempo per completare la prova.
L’addestramento per diventare cavaliere del drago era particolarmente duro.
Un buon fisico e la padronanza di parecchie tecniche di combattimento, sia con armi che a mani nude erano indispensabili per ottenere la carica, ma lo era anche un’istruzione superiore, che comprendeva un’approfondita conoscenza di storia e politica dei paesi conosciuti, nozioni di medicina, di botanica, zoologia e uno studio sulle razze non umane, che comprendeva naturalmente un approfondimento sulla razza dei draghi.
Fu felice di apprendere ogni cosa su queste maestose creature di cui era affascinato, anche se studiandoli, si era reso conto che non si conoscevano veramente.
Insieme agli uomini e ai nani erano una razza d’Ombra, cioè senza una propensione per la luce o per le tenebre, ma a differenza di loro restavano imparziali, se non addirittura indifferenti a quello che succedeva nel mondo, solo quelli legati a un cavaliere si schieravano, ma dipendeva dal cavaliere. Il resto dei draghi si limitava a una vita nomade che seguiva uno schema di spostamenti fisso, per questo sapeva di avere poco tempo per completare la prova, quello era l’ultimo giorno in cui i draghi si sarebbero fermati al lago Cristal, scesa la notte si sarebbero diretti a nord, oltre le cime innevate della Grande Muraglia e sarebbero passati di nuovo solo fra due anni.
Arrakis si rimise in marcia aumentando il passo, deciso ad arrivare in tempo, osservando con apprensione l’inesorabile discesa del sole mentre le ore di marcia passavano.
Quando, esausto usci dalla foresta, mancava poco meno di mezzora al tramonto. Si diresse direttamente al lago la cui riva distava una decina di metri. Lì si fermò per guardarsi intorno alla ricerca dei draghi, ma non ne vedeva.
Era arrivato tardi? Possibile che i draghi fossero già andati via? Come aveva potuto fallire così miseramente? Le domande gli echeggiavano nella testa mentre sentiva crescere il panico, la rabbia e la delusione. Chiuse gli occhi imponendosi la calma, in modo da non cedere a quei sentimenti autodistruttivi. Un suono lontano attirò la sua attenzione e guardando in quella direzione vide un drago uscire dal lago. La speranza si riaccese.
Si trattava di un drago blu, insieme ai draghi verdi erano tra i più piccoli, pur restando di notevoli dimensioni, ma erano tra i più veloci sia in cielo che a terra.
Il drago si trovava sull’altra sponda del lago, in un punto in cui le due rive si avvicinavano, non avrebbe fatto in tempo a raggiungerlo, quindi decise che la cosa migliore era cercare di farsi notare e sperare che fosse lui ad avvicinarsi.
Si accostò di più alla sponda, ma quando immerse un piede nel lago, un enorme getto d’acqua lo travolse sbattendolo a terra sulla riva.
Ripresosi, si ritrovò davanti due enormi occhi dorati che lo fissavano.
Un drago era appena emerso dal lago proprio davanti a lui.. e non uno qualsiasi ma un imponente drago rosso, le cui scaglie andavano dal carminio al rosso acceso che, riflettendo la luce del sole prossimo al tramonto, creavano un sanguineo gioco di colori nelle acque del lago.
“Che cosa abbiamo qui, uno spuntino prima del viaggio?” Un brivido attraverso il corpo di Arrakis, dovuto in parte dalla sensazione spiacevole che la voce del drago gli trasmetteva echeggiando nella sua mente, ma anche dal senso della frase.
“Non si è mai sentito di un drago che abbia attaccato un uomo.” le parole gli erano uscite da sole dalla bocca, anche se con un tono non proprio sicuro.
Un strano brontolio gli echeggiò nella mente, era un suono simile al brontolio di un temporale lontano o di un profondo terremoto. Una leggera fitta di dolore gli attraversò la testa, lasciandolo leggermente stordito e perplesso, facendogli impiegare qualche attimo per capire la natura di quel suono.. Il drago stava ridendo.
“Forse dipende dal fatto che nessuno e mai sopravissuto per raccontarlo.”
Il drago abbassò di più la testa e i suoi occhi dorati incombettero nei suoi.
“Chi sei, giovane umano e cosa ci fai qui?”
“Mi chiamo Arrakis e sono qui per trovare un drago che mi voglia come suo cavaliere.”
Il suono della risata del drago echeggiò di nuovo nella sua mente, ma questa volta in modo più intenso, come la fitta di dolore che lo attraversò facendolo barcollare e retrocedere di due passi.
“Perché mai un Drago dovrebbe volersi unire ad un uomo? Che cosa può offrire un uomo anche se un Re a un Drago per convincerlo ad unirsi a lui? Che cosa potresti avere Tu da offrire ad un Drago?”
Arrakis rimase un attimo a fissare il Drago, soppesando le parole che stava per pronunciare.
“Noi uomini traiamo molti vantaggi dall’unione. Voi Draghi ci donate una vita più lunga, la capacità di utilizzare la magia degli elementi, una conoscenza del mondo che un studioso normale può solo sognare. In più legate la vostra vita a quello dell’uomo a cui vi unite e questo vi porta a seguirlo nella morte quando arriva per lui. Ma in cambio vi diamo una cosa altrettanto importante. Una cosa che per vostra natura non avete. Si tratta di uno scopo. Un motivo per cui vivere che non sia il solo vivere. E una vita vissuta per conseguire uno scopo è una vita che vale la pena di essere vissuta, per quanto breve possa essere.”
Il ruggito del Drago fece tremare la terra sotto i piedi di Arrakis e la sua voce né colpi la mente con tale forza da costringerlo in ginocchio, tremante.
“E quale sarebbe questo tuo scopo.. questa tua nobile causa che vuoi imporre a un Drago con l’unione?”
Arrakis sollevò lo sguardo con fatica verso il Drago.
“Non ho una causa da imporre. Solo dopo l’unione, io e il drago che mi accetterà, decideremo quale futuro seguire, insieme. Per ora il mio unico scopo è di trovare un Drago che mi voglia come cavaliere.”
La morsa che stringeva la mente di Arrakis si sciolse con suo gran sollievo.
“Uno scopo da scegliere insieme.” La voce del Drago ora risuonava calma, anche se la sensazione di fastidio persisteva, per quanto meno forte.
“Ottima risposta. Se vuoi ancora unirti ad un drago, io sono disposto ad accettarti ragazzo.”
Arrakis rimase imbambolato dalla sorpresa per qualche attimo.
“Per me sarebbe un onore unirmi ad un drago come te, ma sono sorpreso. Mi era sembrato che non approvassi l’idea dell’unione”.
La risata del drago vibrò di nuovo nella sua mente.
“Mi sono trattenuto di più in questo luogo proprio nella speranza di incontrare un umano degno. Senza la convinzione di poter possedere un Drago e di potergli imporre la propria volontà. E anche con una mente forte, in grado di sopportare la forza della mente di un Drago. E tu hai dimostrato di avere questi requisiti. Ma ora basta con le domande. Tocca la mia fronte ragazzo.”
Il Drago portò la testa davanti ad Arrakis che si apprestò a fare quanto chiesto.
“Chiudi gli occhi e svuota la mente”
Arrakis non trovava facile svuotare la mente in una situazione come quella.
Si sforzò di concentrarsi sulla sensazione che gli dava il contatto con il drago, sulla ruvidezza delle scaglie sotto la mano, come quella della corteccia di un albero, ma che trasmetteva un piacevole calore, come quello della fiamma di un fuoco a qualche passo di distanza in una notte fredda.
Lentamente sentì quel calore coprire dolcemente la mano, risalire lentamente lungo il braccio, arrivare alla spalla e diffondersi in tutto il corpo, e infine avvolgergli la mente, dolcemente, facendolo sprofondare in un abisso di luce.
Quando riaprì gli occhi, si rese conto di trovarsi sdraiato a terra.
“Non tentare di rialzarti Arrakis. Non ci riusciresti in questo momento.” Era la voce del Drago, ma nella mente risuonava diversa, più nitida e senza quella sensazione di fastidio che gli provocava in precedenza.
“Questo perché non devo più abbattere le tue difese per comunicare. E ti garantisco che non era una cosa piacevole nemmeno per me. Ora dovresti riposare, ma prima devi fare un ultimo sforzo. Dobbiamo completare l’unione. Devi solo dire il mio nome.” Arrakis stava per dire che non saperlo.
“Siamo una sola mente, quello che so io lo conosci anche tu.”
Richiuse gli occhi e cercò tra i ricordi, c’e n’erano così tanti, centinaia d’anni d’immagini gli attraversarono la mente, passandogli davanti rapidamente confondendolo.
“Non devi cercarlo. Devi solo volerlo dire e lasciare la mente aperta alla mia” a quelle parole del Drago Arrakis riaprì gli occhi.
“Il tuo nome è..” il nome gli arrivò spontaneo alle labbra come se lo avesse sempre saputo
”.. Eltanin.”
Solo allora si abbandonò al sonno, accompagnato dalla risata di approvazione di Eltanin.


 
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L'ingnorante
view post Posted on 1/5/2009, 09:41




In questi racconti cercherò di essere più duro possibile per decidere altrimenti li sceglierei tutti. Non prendetevela se dico cose brutte. Ah nnaturalmente data la mia povera propietà lessica io giudicherò in base alla trama solamente, anche se la scrittura è orribile.

La trama di questo racconto è, diciamo, l'inizio della storia di un cavaliere del drago. Il fatto che un cavaliere con anni di addestramento faccia sforzare un cavallo fino alla rottura non è molto possibile, constatando che quel ragazzo debba unirsi a un drago che non dovrà sforzare troppo. Infine il racconto è molto bello, forse poco pensato, ma molto bello, come già detto in un altro racconto questo potrebbe essere i prologo per un libro intitolato "Il cavaliere del drago".

Se sono stato troppo cattivo Scusate :unsure:
 
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Cronos79
view post Posted on 3/5/2009, 21:16




Racconto carino, in alcuni punti non sempre coerente, fornisce informazioni non utili per la storia.
 
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niji707
view post Posted on 4/5/2009, 15:38




un bellissimo racconto, lo stile di scrittura mi piace molto però devo dire che non tutte le frasi mantengono il livello.
Anch'io non ho ben capito il motivo per cui il cavallo sia stato portato all'estremo in maniera poco rispettosa per l'animale (capisco la fretta, ma alla fine l'ha rallentato) fatto che non aiuta molto ad inquadrare il protagonista come un degno compagno di un drago né un cavaliere addestrato.
Comunque una splendida lettura e ben articolata, ben gestiti anche i tempi... insomma, mi è piaciuto molto.
 
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fantasya85
view post Posted on 5/5/2009, 13:47




Una storia bella ma con una pecca: eccessiva descrizione dei fatti e degli ambienti.
Con meno parole si potevano comunicare le stesse cose (in questo modo il racconto sarebbe risultato meno lungo e più leggibile).
Molto bella la seconda parte del racconto, mi è piaciuto molto il fatto che la prova che deve superare alla fine non è qualcosa di fisico o d'intelligenza ma semplicemente consiste nel saper dimostrare di essere degno di avere come compagno un drago (e non è poco!!), anche se nella prima metà ha quasi accoppato un cavallo... <_< :angry:
 
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Angela1993
view post Posted on 5/5/2009, 21:12




Al di là della denuncia che si potrebbe sporgere all'ENPA contro Arrakis... devo dire che è un racconto molto interessante, dettagliato e ben scritto. Molto bello anche il drago e la prova che Arrakis supera per potersi unire a lui.

Edited by Angela1993 - 5/5/2009, 22:30
 
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Cronos79
view post Posted on 1/6/2009, 22:37




prima di tutto grazie a tutti per i commenti :)

allora, per quanto riguarda l'incidente con il cavallo :rolleyes: , devo dire che non convinceva molto nemmeno a me. Nella prima versione il cavallo veniva ucciso da una "tigre delle praterie" a cui il protagonosta sfuggiva, ma mi è capitato di leggere un libro con una scena molto simile e quindi ho deciso di cambiare, optando per un incidente causato dalla fretta e dall'ansia di riuscire che sono due fattori da non sottovalutare :)
 
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6 replies since 30/4/2009, 23:22   121 views
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