Intervista ad ARIANNA FORMENTIN, Autrice di "Tre", Casini Editore

« Older   Newer »
  Share  
Mariodm93
view post Posted on 8/11/2009, 21:35




INTERVISTA AD ARIANNA FORMENTIN
AUTRICE DI TRE, CASINI EDITORE



***

Ciao Arianna! Benvenuta nel THE FANTASY WORLD! Presentati pure ai nostri utenti: chi sei e cosa fai nella vita (oltre a scrivere, ovviamente)?

Sono una studentessa di filosofia in tesi da un paio di ere geologiche; stando a facebook sono nerd al 53%, ma non gioco a WOW (altrimenti la risposta finirebbe qui). Quando non perdo tempo al pc studio (poco), vado in giro per l'Italia e dintorni a trovare gente, disegno omini poco probabili con gli occhi strabuzzati e faccio bozzetti in terracotta di gente nuda.

Quando e come hai scoperto la passione per la scrittura?

Fin da subito, soprattutto per imitazione. Vedevo i miei genitori scrivere racconti e fare traduzioni, mia mamma riempire piccoli quaderni blu di poesie e citazioni, e copiavo quello che facevano. Volevo anch'io il mio quaderno blu, la mia cartella sul 386, la poesia stampata con la stampante ad aghi.
Poi ho avuto un pessimo professore. Era una persona nefanda se mai ce n'è stata una, e ci odiavamo a morte. Ma suo malgrado, oltre a un barile di m* irrisolta (per dirla con Chuck Palaniuk) che prima o poi arricchirà qualche psicanalista, mi ha lasciato le basi della tecnica e per questo gli devo un grazie. Possibilmente postumo.

C’è un evento particolare che segna la nascita di Tre? Ce ne vuoi parlare?

Tre è nato dalla combinazione di due eventi, uno esterno e uno interno alla storia.
L'evento esterno è stata una compagna di classe che ha detto: io scrivo un libro. E allora, come al solito, ho detto “anch'io”.
L'evento interno è stato un po' più singolare. Come nella storia, un giorno ci siamo ritrovati in tre intorno a una strana fontana... e da lì, le cose hanno cominciato ad accadere.

Qual è il tema portante del tuo romanzo, il filo logico che tesse le vicende narrate?

Non c'è un filo principale. Ci sono cose che succedono, che certo sono collegate tra loro in qualche modo sotterraneo, e persone che le vivono. Ognuno trae dai dati che ha a disposizione il proprio filo logico, e in base a quello interpreta, sceglie, agisce.
Più che una storia, credo che Tre sia in un certo senso il racconto delle conseguenze di una storia.
E poi c'è la Gatta...

Quanto ti somigliano i tuoi personaggi?

Troppo. Ma sto cercando di migliorare.
Buoni propositi a parte, credo che a ognuno di loro sia toccato in sorte un qualche aspetto di me. Ma per la maggior parte assomigliano a persone che ho incontrato, anche se nessuno è una vera copia. Qualcuno è riconoscibile, altri riescono a liberarsi dalle mie smanie autobiografiche e svilupparsi in santa pace.
Per quanto riguarda Tre, una piccola nota: io NON sono Gaia (e dico grazie). Anche se il personaggio a cui sono più vicina probabilmente non è per niente grato di questa preferenza.

Perché scrivere? Estraniarsi, passione… o altro?

Perché certe volte la realtà ascolta.

Quali sono le tue tecniche di scrittura? Cominci con una scaletta degli eventi o vai di getto?

Una scaletta sarebbe una gran cosa, ma se ci provo è una catastrofe.
Il più delle volte vado di getto, sperando che le dita corrano appena più veloci del pensiero. Se mi fermo a decidere “e ora che succede?” il più delle volte o non succede niente, o saltano fuori delle grandi stupidaggini.
Oppure scrivo (ascolto) i dialoghi, e poi cerco di ricostruire perché cavolo i personaggi hanno detto quelle cose.
Per fortuna una volta che le vicende hanno preso il via le cose tendono ad autoalimentarsi, i personaggi agiscono di testa loro, gli eventi procedono per causa, effetto e sincronicità e bene o male il mio lavoro si riduce a stare indietro e registrare.
E' un modo piacevole di lavorare, ma non mi è stato facile imparare (almeno in parte) a controllarlo, e soprattutto all'inizio faticavo a raccogliere il filo di tutti i discorsi aperti. Temo che a farne le spese sia stato “Tre”. E' nato come un esperimento e di questa natura sperimentale nel bene e nel male risente.

E la tua atmosfera ideale (da sola o in compagnia; di giorno o di sera; ascoltando musica o in silenzio…)?

Cambia col tempo, come i gusti in fatto di cibo. Capire qual è l'atmosfera di turno è sempre una scommessa. Ultimamente poi cambia così in fretta che il più delle volte non riesco a riconoscerla.
Tre è stato scritto in classe su un quaderno piccolo, in soggiorno al pc mentre i programmi televisivi in prima serata berciavano a tutto volume, in piena notte con i Pink Floyd e la finestra di Media Player sotto quella di word, di nascosto in aula computer durante lezioni di qualcos'altro, su una macchina da scrivere portatile anni '80 (che è morta sul campo) in un bar dai dubbi retroscena...

Quanto tempo hai impiegato per scrivere Tre e come è stato il tuo primo approccio al mondo editoriale?

Data la mia smisurata incostanza, è piuttosto difficile quantificare il tempo. Senza considerare periodi di attività e glorificazione di prugne, più o meno gli ultimi due anni delle superiori.
Non ho avuto un vero e proprio approccio al mondo editoriale. Ho fatto leggere la storia a un piccolo editore locale che mi ha mandata a stendere, un altro chiedeva soldi e l'ho mandato a stendere io e la cosa è finita lì.
Dopo qualche millennio un amico con la passione per la conquista del mondo ha passato il mio contatto a Joe Casini, che mi ha chiesto di mandargli qualcosa. Ho mandato questo e lui l'ha preso.

Hai dei consigli da dare agli aspiranti scrittori che stanno leggendo quest’intervista?

No...

Qual è il tuo autore preferito?

King. No, Poe. No aspetta, i Dream Theater!
Di italiano, direi Fabrizio de Andrè, e di italiano e recente Francesco Dimitri.
Oppure Asimov, Bradbury, Carroll, Queneau, Lovecraft, Tolkien, Ende...
Nonché Giordano Bruno. Che è anche un filosofo, ma scrive da dio.

E il genere di libri che non riscontrano il tuo interesse?

Quelli che avrebbero dovuto assolutamente essere stati letti (detto alla ticinese).

In una parola, cosa significa per te scrivere?

[Una variante meno solipsistica del] Sognare.

Quali sono a tuo parere gli ingredienti giusti per diventare un bravo scrittore?

Non ne ho idea, ma di sicuro c'è la cioccolata.

Hai nuovi progetti in cantiere? Puoi svelarci in esclusiva delle news?

Progetti sì, in cantiere anche, ma la luce in fondo al tunnel è ben lontana.
Una storia più o meno cyberpunk; un racconto di viaggi per mare; una favola moderna. Tutte e tre piantate quanto un pc con Windows 98 prima edizione.
Più un altro progetto che chissà...

Grazie per averci concesso quest’intervista! A presto!
 
Top
ariannaraku
view post Posted on 8/11/2009, 21:51




grazie a te e bentornato
 
Top
niji707
view post Posted on 9/11/2009, 09:26




Bella intervista! il libro sembra insolito ed interessante... sono andata sul sito di Casini a spulciare la trama *___*

PS: la cioccolata è SEMPRE un ingrediente giusto :P
 
Top
Vocedelsilenzio
view post Posted on 9/11/2009, 09:39




Che bella intervista... concordo, la cioccolata è indispensabile!
 
Top
SeanMacMalcom
view post Posted on 9/11/2009, 10:37




Complimenti ad entrambi per l'intervista! :)
 
Top
Angela1993
view post Posted on 9/11/2009, 21:19




Complimenti ad entrambi e grazie! :)
 
Top
ariannaraku
view post Posted on 9/11/2009, 22:25




niji: qualcos'altro lo trovi qui: http: //tredeipiudiversi.altervista.org (c'è da togliere lo spazio prima di // ma il forum non mi accetta i link)
concordo, de martino è proprio bravo a fare interviste
 
Top
niji707
view post Posted on 9/11/2009, 22:37




grazie! carinissimo il sito!!! :D il trailer mi piace molto, poi... :)

lo comprerò sicuramente :)
 
Top
mpblack
view post Posted on 11/11/2009, 11:02




Complimenti per l'intervista. Un libro che esce dai soliti schemi, senz'altro!

E concordo anch'io con la cioccolata, non si può farne a meno, eh eh!


:P :P :P :P
 
Top
view post Posted on 31/5/2016, 09:17
Avatar

Nano

Group:
Member
Posts:
1,855
Location:
Lunigiana

Status:


Up
 
Top
9 replies since 8/11/2009, 21:35   917 views
  Share